Docenti

Docenti ospiti

 

Gianmario Borio è professore ordinario presso il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia e direttore dell’Istituto per la Musica della Fondazione Giorgio Cini, Venezia. Nel 1999 la Royal Musical Association gli ha conferito la Dent Medal. Nel 2013 è stato Distinguished Visiting Professor Compagnia di San Paolo presso l’Italian Academy for Advanced Studies in America. È membro dell’Academia Europaea, corresponding member dell’American Musicological Society e corresponding fellow della British Academy. Dirige la collana Musical Cultures of the Twentieth Century (Routledge, London) e la rivista online Archival Notes. Le sue pubblicazioni trattano diversi aspetti della musica del XX secolo, la storia dei concetti musicali e la teoria della forma musicale.

 

Vera Cantoni è assegnista di ricerca presso l’Università di Pavia. I suoi principali interessi di ricerca sono la drammaturgia britannica contemporanea, il rapporto fra oralità e teatro, la storia scenica delle opere di Shakespeare. È stata membro della commissione di preselezione del Premio Riccione per il Teatro.

 

Fabrizio Della Seta, Professore Ordinario presso il Dipartimento di Musicologia e Beni culturali dell’Università di Pavia, dal 2001 al 2020 è stato coordinatore del Dottorato di ricerca in Musicologia e Scienze filologiche, poi in Musicologia, e responsabile del percorso di Musicologia del Dottorato in Scienze del testo letterario e musicale. Nel 2009 è stato Visiting professor presso il Department of Music della University of Chicago.  È condirettore della “Edizione critica delle opere di Vincenzo Bellini” (Ricordi), presidente del comitato scientifico del Centro studi belliniani dell’Università di Catania e della “Edizione nazionale dei carteggi e dei documenti verdiani”. Fa parte del comitato direttivo di “The Works of / Le opere di Giuseppe Verdi” (The University of Chicago Press-Ricordi).  È membro della Academia Europæa, socio corrispondente dell’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere e dell’Arcadia – Accademia letteraria italiana. È stato insignito del premio internazionale “Luigi ed Eleonora Ronga” dell’Accademia Nazionale dei Lincei per opere di Musicologia, Storia, Critica ed Estetica musicali (2005); e del “Claude V. Palisca Award” della American Musicological Society (2014) per la migliore edizione critica musicale (Vincenzo Bellini, I Puritani, Milano, Ricordi 2013).

 

Maria Jennifer Falcone è ricercatrice a tempo determinato (Rtd-B) in Lingua e letteratura latina presso il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia (Cremona) ed è abilitata in seconda fascia nei settori di Filologia classica e tardoantica e Lingua e letteratura latina. I suoi principali interessi di ricerca riguardano il teatro latino (soprattutto quello di età repubblicana) e la letteratura tardoantica. È autrice di un commento ai frammenti della tragedia arcaica relativi a Medea (Medea sulla scena tragica repubblicana. Commento a Ennio, Medea exul; Pacuvio, Medus; Accio, Medea sive Argonautae, Tübingen 2016) e di vari articoli su autori e testi appartenenti a diverse fasi della storia letteraria latina.

 

Fabrizio Fiaschini è Professore Associato in Discipline dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Pavia, dove insegna Storia del teatro e dello spettacolo e Teoria e tecnica della performance. In prospettiva storica e filologica si è occupato di aspetti della rappresentazione in epoca tardo-medievale, rinascimentale e barocca, focalizzandosi in particolare sulla Commedia dell’Arte e sulla figura di Giovan Battista Andreini (L’«incessabil agitazione». Giovan Battista Andreini fra professione teatrale, cultura letteraria e religione, Pisa, Giardini, 2007), nel più ampio quadro dei rapporti tra spettacolo, cultura letteraria e vita accademica (su cui I Segni dello spettacolo, Savona, Sabatelli, 2000; Margherita, Alberto e Isabella. Ingressi trionfali a Pavia nel 1599, Novara, Interlinea 2012). In ambito novecentesco ha curato l’edizione critica delle parti inedite della Storia del teatro italiano di Mario Apollonio (Milano, Rizzoli, 2003) e sviluppato analisi sulla scena contemporanea, con particolare attenzione alle pratiche della performance, al teatro sociale e alla drammaterapia.

 

Michela Garda insegna estetica e di sociologia musicale al Dipartimento di Musicologia e estetica musicale (Cremona) dell’università di Pavia. Ha approfondito alcuni concetti musicali centrali del Novecento in L’estetica musicale del Novecento. Tendenze e problemi, Carocci 2007. I suoi attuali interessi di ricerca si concentrano sulla nozione di performatività con particolare riguardo alla voce. Su questi temi ha curato, con Eleonora Rocconi, il volume Registrare la performance. Testi, modelli e simulacri tra memoria e immaginazione per Pavia University Press 2016 e, con Serena Facci, la raccolta di saggi The Female Voice in the 20th Century, Routledge 2021. Negli ultimi anni ha approfondito alcuni filoni degli scritti teorici wagneriani legati al tema della voce senza parole, al Gesamtkunstwerk e alla concezione del mito.

 

Anna Giust è Professore Associato di Lingua e letteratura russa all’Università di Verona e insegna materie musicologiche presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si occupa prevalentemente del repertorio operistico come veicolo interpretazione della storia della cultura russa nei suoi rapporti con l’evoluzione della cultura europea. Nel contempo si interessa delle relazioni musicali tra Europa e Russia, in particolare del fenomeno della ricezione dell’opera italiana e francese, e della mobilità degli artisti verso la Russia. È autrice di diversi articoli sul teatro musicale russo dal Settecento al Novecento, e di due monografie: Ivan Susanin di Catterino Cavos, Un’opera russa prima dell’Opera russa (EDT-De Sono Tesi, Torino 2011), e Cercando l’opera russa, La formazione di una coscienza nazionale nel teatro musicale del Settecento (Feltrinelli-Amici della Scala, Milano 2014).

 

Gerardo Guccini Insegna Drammaturgia e Teorie e Tecniche della composizione drammatica all’Università di Bologna. Nel 1995 fonda con Claudio Meldolesi il semestrale “Prove di Drammaturgia. Rivista di inchieste teatrali”. Dal 2002 al 2015 è Responsabile Scientifico del CIMES (Centro di Musica e Spettacolo – Università di Bologna). Nel 2012, fonda con Matteo Casari la collana in rete “Arti della performance: orizzonti e culture” (AMS Acta). Dal 2018 è Responsabile Scientifico del Centro teatrale La Soffitta. I suoi studi riguardano il teatro del Settecento, gli aspetti spettacolari dell’opera lirica, il teatro di narrazione e la drammaturgia contemporanea con particolare riferimento all’elemento testuale. Guccini ha collaborato come dramaturg con Marco Paolini, Marco Martinelli, Elena Bucci e Marco Sgrosso.

 

Guillermo Heras, drammaturgo e uomo di teatro, è tra i più importante registi spagnoli di oggi. Ha diretto il Centro Nacional de Nuevas Tendencias Escénicas, la compagnia Tábano e il programma Iberescena; insignito del Premio Nacional de Teatro de España, attualmente è direttore della Muestra de Teatro Español de Autores Contemporáneos di Alicante e presidente de la Asociación de Directores de España (ADE).

 

Teodoro Katinis è professore di letteratura italiana presso l’Università di Gent dove si occupa di letteratura rinascimentale e di storia della filosofia italiana, ed è membro fondatore della Società Dante Alighieri – Gent nella quale organizza e svolge attività per la promozione della cultura italiana in Belgio. Dopo un dottorato di ricerca in filosofia presso l’Università Roma Tre, Katinis ha insegnato diversi anni nei licei di Roma per poi trasferirsi negli USA per un secondo dottorato in italianistica presso la Johns Hopkins University. Nel 2015 torna in Italia con una borsa Marie Curie presso l’Università Ca’ Foscari, Venezia, che interrompe dopo un anno per prendere la cattedra a Gent. Katinis pubblica contributi su vari argomenti e autori della cultura letteraria italiana premoderna. Il suo libro più recente (Sperone Speroni and the Debate over Sophistry in the Italian Renaissance. Brill 2018) ha aperto la strada allo studio della fortuna della sofistica antica nell’Italia del Cinquecento.

 

Stefano La Via ha compiuto gli studi letterari e musicologici presso le università di Roma “La Sapienza” e Princeton (MFA, PhD). Attualmente è professore associato di Storia della poesia per musica, e di Storia della canzone d’autore, presso il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali di Cremona (Università di Pavia). Ha svolto ricerche e pubblicato numerosi saggi sul rapporto fra poesia e musica in varie epoche storiche, dal medioevo a oggi, con particolare riferimento al madrigale italiano (secoli XVI-XVII), al dramma per musica sei-settecentesco, e alla canzone d’autore in Europa, Brasile, Nord America. Fra i suoi libri: Il lamento di Venere abbandonata. Tiziano e Cipriano de Rore (Libreria Musicale Italiana 1994); Poesia per musica e musica per poesia. Dai trovatori a Paolo Conte (Carocci 2006); Chico Buarque, Canzoni (Pavia University Press 2014); Monteverdi’s Venetian Operas: Sources, Performance, Interpretation (ed. Stefano La Via ed Ellen Rosand, Ashgate 2021: in print).

 

Donatella Mazza Professore Associato di Lingua tedesca presso l’Università di Pavia. I suoi principali interessi di ricerca sono nell’ambito della storia della lingua, con particolare interesse per i momenti di cambiamento di strutture e lessico (Riforma, Romanticismo, Avanguardie); l’analisi linguistica di testi letterari, soprattutto teatrali (Espressionismo, teatro contemporaneo); didattica innovativa nell’apprendimento della lingua (training teatrale).

 

Simona Morando è professore associato presso l’Università degli Studi di Genova, dove insegna Letteratura italiana e Letteratura teatrale. I suoi campi di ricerca sono la letteratura e il teatro del Cinquecento e del Seicento, con studi sull’Aminta di Torquato Tasso e sulla drammaturgia di Giovan Battista Andreini, sulla favola pastorale e sulla tragedia; e la poesia e il romanzo del Novecento, con particolare attenzione a Giovanni Giudici, Eugenio De Signoribus e Francesco Biamonti.

 

Guido Paduano è professore emerito di Filologia classica all’Università di Pisa. Ha studiato il teatro antico e l’epica greca e latina, ai quali ha dedicato traduzioni commentate (tra le altre Menandro, Mondadori 1980; Sofocle, Utet 1982; Odissea, Einaudi 2010; Virgilio, Bompiani 2016), studi specialistici e monografie. Si è inoltre occupato di letterature comparate (Lunga storia di Edipo Re, Einaudi 1994; Edipo. Storia di un mito, Carocci 2008; Follia e letteratura, storia di un’affinità elettiva: dal teatro di Dioniso al Novecento, Carocci 2018), di teoria del teatro e della letteratura (Il comico, con Concetta D’Angeli, Il Mulino 1999; Il testo e il mondo, Bollati Boringhieri 2013; Teatro. Personaggio e condizione umana, Carocci 2020), di teatro musicale, con varie raccolte di saggi, brevi monografie su Verdi e Puccini e, da ultimo, L’anello del Nibelungo. Parola e dramma, il Mulino 2021.

 

Marzia Pieri dal 2002 insegna discipline dello Spettacolo presso il Dipartimento di Scienze Storiche e dei beni Culturali dell’Università di Siena, dopo aver insegnato a Trieste e a Verona. È former Fellow dell’ Harvard University Center for Italian Renaissance Studies, membro di varie équipe internazionali di ricerca e di vari comitati scientifici di riviste. Si occupa di storia del teatro dal medio evo all’ età contemporanea, di filologia dei testi drammaturgici, di storia dell’editoria sullo spettacolo e degli attori, di multimedia e spettacolo, di teorie drammaturgiche e filologiche. Fra i suoi volumi di materia rinascimentale: La scena boschereccia nel Rinascimento italiano (1983); La nascita del teatro moderno (1989); Gl’ Ingannati degli Accademici Intronati di Siena (2009); Lo Strascino da Siena e la sua opera poetica e teatrale, (2010). Si è dedicata anche al Settecento, con particolare riferimento a Martello, Alfieri Gozzi e Goldoni su cui in particolare Commedie di Goldoni, voll. 3, 1992; Il teatro di Goldoni, 1993; le edizioni critiche per Marsilio della Trilogia persiana (1997), della Scozzese (2006), e dell’Artemisia (2015).

 

Paolo Pintacuda è ordinario di Letteratura spagnola presso l’Università di Pavia. Si occupa prevalentemente, sempre con una forte impostazione filologica, di letteratura dei Secoli d’Oro e del Novecento; tra le sue pubblicazioni di ambito teatrale spiccano le edizioni critiche di diverse commedie barocche. È papà di Filippo, Giacomo e Matteo.

 

Elena Polledri insegna Letteratura Tedesca e Austriaca all’Università degli Studi di Udine. È membro del Direttivo della Hölderlin-Gesellschaft, portavoce, co-fondatrice della sezione italiana ed è codirettrice della rivista «Studia Hölderliniana» e della collana TranLIT (LIT Verlag). È consulente scientifica della Biblioteca Austriaca di Udine e Vicepresidente dell’Associazione Biblioteca Austriaca. Nel 2017 è stata insignita del Premio Ladislao Mittner in Letteratura Tedesca per l’“eccellenza scientifica e l’impegno profuso per intensificare il dialogo italo-tedesco”. Si occupa in particolare di interculturalità, traduzioni per il teatro e messe in scena, rapporti della letteratura con le arti figurative, linguaggi musicali e filosofia, intertestualità, intermedialità e didattica della letteratura.

 

Laura Rescia insegna Letteratura francese e traduzione letteraria presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne dell’Università di Torino. Specialista della letteratura francese teatrale e romanzesca del Seicento, e dei rapporti tra Francia e Italia nello stesso periodo, è autrice di numerosi saggi pubblicati in Italia e all’estero e di edizioni critiche di testi teatrali secenteschi (Pierre Corneille, Nicolas de Montreux, Alexandre Hardy, Charles Bauter). Collabora con gruppi di ricerca internazionali ed è membro del comitato scientifico della rivista Studi Francesi.

 

Angela Romagnoli Professoressa associata presso il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia, dove insegna Storia della prassi esecutiva, Drammaturgia musicale e Storia della danza e della musica per danza ed è presidente del Corso di laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali – PFP6: Strumenti musicali; strumentazioni e strumenti scientifici e tecnici (unico in Italia). Ha insegnato anche presso l’Università Carolina di Praga e l’Università di Vienna. I suoi interessi di ricerca vertono soprattutto sull’opera italiana del Sei-Settecento, sul flauto dolce, sui musicisti italiani attivi alla corte di Vienna e in Europa Centrale. Ha sempre partecipato attivamente anche alla vita di associazioni e istituzioni culturali italiane e internazionali, collaborando con gruppi musicali (Ensemble Zefiro, Bozen Baroque Orchestra, Academia Montis Regalis tra le altre), associazioni e enti concertistici (tra cui Konzerthaus di Vienna, Festwochen di Innsbruck, Mantova Musicantica), istituzioni di formazione e rappresentanze culturali (tra cui Accademia Janáček di Brno, Università di Evora, Istituto Italiano di Cultura di Praga), come consulente musicologica e organizzatrice di eventi culturali. È membro della direzione artistica del Festival Settenovecento di Rovereto, del consiglio direttivo delle European Mozart Ways e presidente del comitato scientifico del Centro di Musica Antica della Fondazione Ghislieri di Pavia.

 

Emilio Sala è professore associato di musicologia all’Università statale di Milano. Fa parte di numerosi comitati scientifici ed editoriali tra cui quelli della Fondazione Rossini di Pesaro, del Centro studi pucciniano di Lucca e dell’Edizione critica delle opere di Verdi (Chicago). Tra il 2012 e il 2014 è stato direttore scientifico dell’Istituto nazionale di studi verdiani di Parma e direttore della rivista «Studi verdiani». Dirige la collana di studi musicologici “Le Sfere” edita da Ricordi. Ha pubblicato vari volumi come autore e curatore, tra cui The Sounds of Paris in Verdi’s “La traviata” (Cambridge University Press, 2013). I suoi saggi sull’opera, il mélodrame e la musica per film sono stati pubblicati in vari volumi miscellanei e riviste. Dal 2020, con Giorgio Biancorosso, ha fondato una nuova rivista – «Sound Stage Screen» – pubblicata in inglese dall’Università statale di Milano.

 

Federica Villa Professore ordinario di Storia e critica del cinema e di Cinema documentario e sperimentale presso l’Universi­tà di Pavia, all’interno della quale è anche delegata del Rettore per gli eventi e i percorsi culturali. I suoi interessi di ricerca sono maturati in­torno al cinema italiano del dopoguerra, con particolare attenzione ai rapporti tra cinema e cultura popolare, ai modi della sceneggiatura (Botteghe di scrittura per il cinema italiano, 2002) e all’apporto di alcuni letterati al lavoro cinematografico (Il cinema che serve. Giorgio Bas­sani cinematografico, 2010). Dal 2013 dirige il Centro Stu­di Self Media Lab.

 

Stefano Vizioli, diplomato con il massimo dei voti e la lode in pianoforte e regista di fama internazionale, ha lavorato con direttori d’orchestra quali Muti, Abbado, Bartoletti, Mariotti, Gatti, Dantone e ha creato regie in tutto il mondo, dalla Scala di Milano al Lyric di Chicago, dalla Fenice di Venezia al NCPA di Pechino, dal Colon di Buenos Aires al NNTT di Tokyo. Diverse produzioni sono legate alla riscoperta moderna di capolavori del barocco, quali la Veremonda di Cavalli, il Motezuma di Vivaldi, I due Figaro di Carafa, La Dori di Cesti.  Molte sono le sue produzioni in DVD (Don Pasquale Il Trovatore, Rigoletto, Madama Butterfly, I due Figaro, Luisa Miller, Montezuma, Il Barbiere di Siviglia, La Dori). Nel nome di una cultural diplomacy Vizioli ha creato progetti trasversali quali OperaBhutan, ovvero Acis and Galatea di Händel nel cuore dell’Himalaya, e Japan Orfeo, una rivisitazione del capolavoro di Monteverdi integrato al teatro Nōh e all’orchestra Gagaku. Ha collaborato, fra gli altri, con Ugo Nespolo, Gianni Dessì, Renato Guttuso e Luigi Veronesi. Assai vasta è l’attività didattica in Italia e all’estero di Vizioli, che ha collaborato con Bloomington Indiana University, Cincinnati University, El Paso Utep University, l’Università di Pisa, la Sapienza di Roma, l’Università di Stavanger, l’Università di Pavia, la Mahidol University di Bangkok, l’Università di Pescara, la Royal University of Fine Arts di Phnom Penh, l’Università di Ginevra e la Fondazione Cini di Venezia. Dal 2017 al 2020 è stato Direttore Artistico del Teatro Verdi di Pisa, proponendo titoli desueti nell’ottica di una politica culturale controcorrente riassunta nell’aforisma: non dare al pubblico quello che desidera, ma quello che non sa di desiderare.

 

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